GUSTAVO BOLDRINI

BIOGRAFIA

Gustavo Boldrini è nato a Venezia nel 1927. Frequenta nella città natale, prima l’Istituto d’Arte e poi l’Accademia di Belle Arti.

Un elemento di interesse è dato, nel giovane Boldrini, dal suo bisogno di uscire dall’ambito veneziano per confrontarsi con l’arte europea. Nel ’47 è a Monaco dove scopre una particolare affinità emotiva con Kokoschka. Ma in Germania, in quella Germania “dell’Anno Zero”, Boldrini entra in sintonia con una particolare idea di “tragico esistenziale”, che può inaridire l’essere umano ma anche spingere a crescere e a formarsi artisticamente. Nel ’53 visita l’Olanda, e scopre Van Gogh, destinato a lasciare una lunga traccia nella sua opera. Nel frattempo, l’artista continua a coltivare i rapporti con Venezia. Ottiene inoltre una  borsa di studio che lo porterà a stabilirsi per un periodo a Parigi. Nel ’56 è di nuovo a Venezia. E’ il momento della consacrazione. A quest’anno risale la partecipazione dell’artista alla XXVIII Biennale di Venezia. Spinto da motivazioni economiche approda successivamente a Milano, dove affronta, da formidabile paesaggista qual’è, un nuovo rapporto con la luce e con i volumi della metropoli.  Nei quasi vent’anni che separano questo ritorno dalle prime affermazioni, molte cose sono cambiate: all’ esordio, risultava ardita la sua “maniera espressionista” e l’astrattismo non era ancora arrivato in laguna. Nel ’66, Federico Castellani, presentando Boldrini alla Bevilacqua La Masa, parla dell’”astrattismo” come di una modalità che “si va da tempo sbriciolando”, e dell’”espressionismo” di Boldrini come di un lessico autonomo e fuori dal coro, che – dice Castellani – “altri critici definirebbero piuttosto come neo-figurativismo”.

Per altri versi,è innegabile che, pur avendo Boldrini asserito che “è sempre necessario partire dalla realtà”, alcuni suoi paesaggi milanesi degli Anni Sessanta si compongono di semplici campiture cromatiche ritmicamente disposte, che ben poco hanno di figurativo. Eppure, è lo stesso artista a suggerirci che “l’astrattismo è servito proprio per rompere i ponti con il Novecento e creare un nuovo figurativismo”. Appare chiaro, allora, che la sua pittura è frutto di una riuscita sintesi di suggestioni differenti e addirittura di segno opposto, come attestano gli elementi.