SANTOMASO

Giuseppe Santomaso (1907 – 1990) ha dimostrato fin dalla gioventù una grande predisposizione alla pittura, consolidata anche grazie alla formazione presso la Fondazione Bevilacqua La Masa e l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Le prime opere sono state caratterizzate da uno stile più naturalistico e figurativo: il soggetto prediletto era costituito dalle nature morte. Ben presto Santomaso ha però iniziato a confrontarsi con l’arte dell’avanguardia, degli impressionisti e dei fauves, la quale ha introdotto un nuovo cromatismo.

L’esperienza nel Fronte Nuovo delle Arti e del Gruppo degli Otto hanno spinto Santomaso a sviluppare le prime ricerche verso l’astrazione. L’artista è partito da una rielaborazione della sintassi cubista e ha iniziato ad esplorare le potenzialità del colore e dell’autonomia dell’immagine. Nel corso degli anni, ha così abbandonato la figura umana e si è concentrato sul colore, sempre più valorizzato grazie alla sua liberazione dal vincolo della figurazione.

Il suo linguaggio artistico è così divenuto estremamente personale e chiaramente distinguibile, specialmente grazie alle esasperazioni dell’ultimo periodo, vicine sia a un surrealismo alla Mirò sia a un astrattismo nervoso dalle influenze grafiche.

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