Tano Festa


TANO FESTA

Tano Festa, Coriandoli, Tecnica mista su tela, 1985, 100 x 100 cm

BIOGRAFIA

Tano Festa nasce a Roma il 2 novembre 1938. Nel 1952 Tano Festa si iscrive all’Istituto d’Arte in via Conte Verde a Roma e si diploma nel 1957 in “Fotografia Artistica” con il professore Alberto Libero Ferretti. Questi racconta come Festa fosse attratto soprattutto dagli effetti della reazione chimica, che si ottengono in camera oscura gettando l’acido direttamente sulla carta fotografica. Fin dagli inizi i compagni di Tano Festa sono i coetanei , Mario Schifano e Franco Angeli, e altri poco più giovani come Renato Mambor e Sergio Lombardo. Con loro maturò un’amicizia destinata a durare a lungo, un sodalizio che si estese ad altri giovani artisti, Giosetta Fioroni, Cesare Tacchi, Jannis Kounellis, Mario Ceroli, Umberto Bignardi, e che segnò una stagione felice dell’arte a Roma.

Espone, inizialmente, in una collettiva, insieme a Franco Angeli e a Giuseppe Uncini. “Fin dalle sue prime esperienze”, è scritto di Tano Festa nel cartoncino distribuito in occasione della mostra, “ha rivelato particolare interesse verso alcune tendenze del surrealismo astratto europeo e americano”.
Nel 1960 Festa abbandona la gestualità informale e realizza i suoi primi dipinti monocromi. Privilegia il colore rosso solcato da strisce di carta, imbevute dello stesso colore, che scandiscono verticalmente la superficie del quadro. Il rosso di Tano Festa non é sensuale ed elegante come i colori di Mario Schifano, che in contemporanea con il suo amico realizzava lo stesso radicale azzeramento. Quello di Festa è un rosso che ricorda una materia organica come il sangue, ma anche la luce utilizzata nella camera oscura nella fase dell’impressione fotografica.
Nel 1960 Angeli, Festa, Lo Savio, Schifano e Uncini presentano al pubblico, con una serie di mostre, la loro nuova pittura anti-rappresentativa, aniconica, monocroma.

Nel 1962 fanno il loro ingresso, nell’arte di Tano Festa, gli oggetti. Finestre, Porte, Armadi, oggetti del comune mobilio, ricostruiti dal falegname secondo il disegno dell’artista, privi di cardini, maniglie, serrature, perennemente chiusi. La Finestra rossa e nera è esposta per la prima volta nel maggio del 1962, in una mostra collettiva intitolata: “La materia a Roma” a La Tartaruga di Plinio De Martiis, che segna l’inizio di una lunga collaborazione con questa importante galleria romana, dove in quegli stessi anni esponevano Kounellis e Twombly, Rauschenberg, Rothko, Kline.